Roma Insolita e Segreta: Hendrik Christian Andersen e l’utopia della “Città Mondiale”
Entrare nella casa atelier di Hendrik Christian Andersen lascerà un segno indelebile nella nostra memoria. L’artista norvegese spese circa venti anni della sua vita nella vana utopia di creare una città ideale destinata a diventare la sede internazionale di un perenne laboratorio di idee nel campo delle arti, delle scienze, della filosofia e della cultura fisica. La casa con annesso studio di scultura raccoglie disegni, piante, modelli, e statue monumentali destinate al progetto per il World Center of Communication, che l’artista lasciò in eredità allo stato italiano nel 1940, anno della sua morte. Una visita immancabile, per conoscere l’opera e il pensiero, forse “paranoico” di un’artista del 900’
Docente: Michela Rosci
Orario d’inizio: h 16.00 (Accoglienza e registrazioni da 30’ prima)
Appuntamento: Via Pasquale Stanislao Mancini 20 (5 minuti a piedi da P.le Flaminio)
Orario d’inizio: h 16.00 (Accoglienza e registrazioni da 30’ prima)
Appuntamento: Via Pasquale Stanislao Mancini 20 (5 minuti a piedi da P.le Flaminio)
Contributo associativo: €9 adulti; €8 soci; €4 (13-17); €2 (6-12); gratis 0-5
Biglietto d'ingresso: Gratuito
Sconti: 2 euro di sconto a chi prenota e partecipa a 2 visite organizzate dalla nostra associazione durante la stessa settimana (la settimana va da lunedì a domenica) Se interessati, potrete trovare le informazioni relative alle altre visite sul nostro sito: http://romaelazioperte. blogspot.it
Prenotazioni: romaelazioxte@ gmail.com; o inviando un sms al 3383435907 indicando data e titolo della visita, nome e cognome di chi effettua la prenotazione, nr. di partecipanti (specificando eventuale età di bambini), nr. di cellulare e indirizzo mail. La prenotazione è indispensabile per ricevere conferma e x essere ricontattati in caso di variazioni.
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Il Centro mondiale della comunicazione
un progetto ideato dallo scultore Hendrik Christian Andersen e dall'architetto Ernest Hébrard, tra il 1901 e il 1911.
Il progetto fu presentato in un volume pubblicato nel 1913, intitolato Creation of a World Center of Communication.
Il Centro non fu mai costruito: rimangono solo i progetti della struttura urbana, i disegni degli edifici e alcune sculture.
Quale doveva essere la funzione del Centro Mondiale di Comunicazione?
Intenzione degli autori era accogliere presso il Centro i migliori prodotti intellettuali dell'umanità, sia nell'ambito scientifico sia in quello artistico.
In questo luogo ideale, la comunicazione sarebbe stata al servizio del Bene, del Progresso tecnologico e della Civiltà.
Il Centro era suddiviso in tre aree: il Centro Olimpico, il Centro Artistico ed il Centro Scientifico.
- Il Centro Olimpico avrebbe accolto uno stadio, palestre, piscine e, all'ingresso, due statue giganti di un uomo e di una donna con una fiaccola in mano.
- l Centro Artistico avrebbe ospitato un Palazzo delle Belle Arti, gallerie, biblioteche, scuole, teatri e giardini botanici e, ai lati di essi, due cattedrali. In mezzo alla piazza principale sarebbe stata collocata la Fontana della Vita.
- Il Centro Scientifico, invece, sarebbe stato destinato ai Palazzi dei Congressi Scientifici, al Tempio delle Religioni e alla Corte di Giustizia.
Tutto era completato da una imponente Torre del Progresso, in cima alla quale doveva trovarsi una gigantesca antenna di trasmissione. All'interno doveva trovarsi il Centro di Stampa Mondiale che avrebbe avuto il compito di divulgare i progressi della scienza.
Dove si pensava di costruire il Centro Mondiale di Comunicazione?
Andersen ed Hébrard non individuarono il luogo in cui costruire il Centro Mondiale di Comunicazione. In un primo momento avevano pensato di realizzarlo nella pacifica Svizzera o in Belgio, perché il progetto era stato condiviso e appoggiato idealmente dal premio Nobel per la pace Henri Lafontaine e dal pacifista Paul Otlet, entrambi di origine belga.
Il progetto piacque anche a Mussolini, che aveva progettato di far costruire una città affacciata sul mare, presso la foce del Tevere, e di collegarla al centro di Roma attraverso un canale navigabile che doveva correre parallelo al fiume Tevere. Un grande porto simile a quello olandese di Rotterdam in grado di accogliere navi mercantili e da crociera doveva sorgere nei pressi del quartiere Ostiense. Di quel progetto rimangono oggi solo i resti derelitti della Dogana, e la nomenclatura di alcune vie e piazze del quartiere della Garbatella, e di Piazza dei Navigatori affacciata sulla Via Cristoforo Colombo.
Il progetto piacque anche a Mussolini, che aveva progettato di far costruire una città affacciata sul mare, presso la foce del Tevere, e di collegarla al centro di Roma attraverso un canale navigabile che doveva correre parallelo al fiume Tevere. Un grande porto simile a quello olandese di Rotterdam in grado di accogliere navi mercantili e da crociera doveva sorgere nei pressi del quartiere Ostiense. Di quel progetto rimangono oggi solo i resti derelitti della Dogana, e la nomenclatura di alcune vie e piazze del quartiere della Garbatella, e di Piazza dei Navigatori affacciata sulla Via Cristoforo Colombo.
Perché Andersen si avventurò in un progetto così grandioso?
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, molti architetti proposero piani urbanistici di ‘città ideali', simili per molti aspetti al Centro Mondiale di Andersen. Tra questi l'architetto finlandese Eliel Saarinen per Helsinki e il celebre architetto urbanista svizzero francese Le Corbusier. Non si trattava di città immaginarie, ma di progetti particolareggiati con i quali si sperava di offrire nuovi servizi pubblici ai cittadini, delineando spazi comuni dedicati ad attività di ingegno e di ricreazione. Il tema fondamentale di questi progetti era sempre quello della convivenza pacifica tra gli uomini.
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